Web e tecnologia hanno indubbiamente modificato (in meglio) la vita familiare, rendendo possibili tutta una serie di attività e di sinergie per la famiglia 2.0, una volta neppure immaginabili.
Tutto molto bello e all’avanguardia.
Alcune leggerissime insidie si nascondono, tuttavia, in questo nuovo sistema di organizzazione familiare tecnologica di ultima generazione.
Primo
Innanzitutto (particolare non da poco), nella Famiglia 2.0 si sono sovvertite un po’ le gerarchie tradizionali, dal momento che, com’è ovvio, i genitori, nati quando non esisteva neppure il televisore a colori, non possono competere con i figli, cresciuti nell’era del computer, che all’età di quattro anni impostano con nonchalance le registrazioni dei loro cartoni preferiti.
Ecco dunque cosa può succedere in una qualsiasi serata casalinga, intorno alle nove e trenta.
“Basta, bambini!” “E’ ora di andare a letto!” “Andate subito a lavarvi i denti!” “Io sono la mamma, e decido io a che ora si deve andare a dormire!”
Ma dopo cinque minuti.
“Tesorooo!” “Qui si è inchiodato tutto!” “Potresti venire un attimo ad aiutare la mammina, prima che mi venga una crisi isterica e spacchi il computer a calci?”
Folletto tecnologico (di anni otto): “Ma certo, mamma, arrivo subito, basta schiacciare questo tasto qui e riparte tutto; vedi, non ci vuole niente”.
“Hai visto che era meglio se restavo sveglio altri cinque minuti?”
Secondo
Un altro piccolo problema nella Famiglia 2.0 è dato dal fatto che i computer, di tanto in tanto, non resistono alla tentazione di trasformarsi in Hal 9000 di “2001 Odissea nello spazio”, e di interagire con gli esseri umani, con lo specifico proposito di farli diventare matti.
Qualcosa del genere.
“Per creare un nuovo account, inserisci username e password; possibilmente una che non hai usato negli ultimi tempi”.
Mi sforzo per dieci minuti; poi, finalmente, me ne viene in mente una.
“No, questa non va bene; è troppo corta, dev’essere almeno di otto caratteri”.
Va beh, ne penso un’altra, dopo altri dieci minuti di passione, riesco finalmente a trovarla.
“No, questa qui non va bene, dev’esserci almeno una lettera maiuscola e un numero o un segno diverso dalle lettere”.
Arghhhh! Comincio a innervosirmi; cerco di mantenere la calma e ne penso un’altra ancora (ci metto un secolo, evidentemente la mia fantasia è più limitata di quello che credevo).
“No, questa qui non va bene, è banale, il livello di sicurezza è minimo, te la scopre anche un bambino di tre anni”.
Presa dal nervosismo faccio casino; esco, rientro, riesco.
“Hai dimenticato la password?”
Sì, ci credo che me la sono dimenticata.
Con tutti i cambiamenti che ho dovuto fare!
Ammesso che fossi mai riuscita a trovarla.
Mister M: “Mi dai la password del nuovo account che hai creato?”
Sì, certo, è: “ tre gnocchi, punto e virgola, al, con la a maiuscola, pesto, punto interrogativo”.
“Ma che razza di password sarebbe?”
Ecco, appunto.
Terzo

Infine, last but not least nella classifica delle insidie telematiche che minacciano la famiglia 2.0, è il famigerato “aggiornamento” del software, che crea inquietanti effetti collaterali nei cellulari familiari, tutti collegati tra loro.
Folletto tredicenne (l’unico dei figli dotato di telefono, al momento, per fortuna): “Mamma, perché il mio telefono, dopo aver fatto l’aggiornamento, dice: ok per domani, ma l’amministratore delegato può solo alle 15.30; mi faccia sapere se per lei va bene?”
E nel frattempo, Mister M: “Cosa diavolo significa che il mio villaggio è stato attaccato dai Goblin?”
“E poi, chi cavolo è la Regina degli Arcieri?”
Per venire a capo del problema del rimescolamento degli sms (ma chi è quel sadico che ha prodotto una simile invenzione?), ci vogliono parecchie serate di tentativi, finché si riesce a trovare il magico tasto che rimette tutto a posto.
Questo, almeno, fino al prossimo “aggiornamento”, in agguato dietro l’angolo, con altre novità e inquietanti sorprese.
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Bravissimaaa!!!!
Grazie Ale, è bello sentire l’incoraggiamento degli amici!
Ale , alla grande continua così che ti voglio vedere presto su qualche rivista di quelle che piacciono a noi .
Wow Paola, grazieee! Tu si che sai come infondere entusiasmo!