Per la riuscita di un perfetto Halloween party occorrono alcuni ingredienti.

La base

Per prima cosa occorre un’amica americana (meglio ancora se è lei a dare la festa).

Infatti, intagliare la zucca non è cosa che riesca al primo tentativo (nel mio caso, nemmeno al secondo) e, quindi, serve qualcuno che abbia imparato a farlo sin da piccolo, disposto a svelare qualche “trucchetto”.

Mi sono fatta l’idea che intagliare la zucca sia un po’ come andare in bicicletta: se impari a farlo a cinque anni, lo saprai fare per sempre ed in maniera molto disinvolta; se impari da grande, non è la stessa cosa.

La casa

Poi serve una casa con il giardino; oddio, non è che in un appartamento al terzo piano il party non venga bene, ma indubbiamente le finte tombe stanno meglio nel prato che nel centro del salotto.

Gli addobbi seguono la filosofia delle decorazioni dell’albero di Natale, cioè si arricchiscono da un anno all’altro con delle new entry, di modo che ogni successivo party sarà un po’ più ricco del primo.

L’ideale è avere una decina di scheletri a grandezza naturale da sparpagliare per la casa; meglio ancora se quando ti avvicini si animano e si illuminano emettendo ghigni sinistri.

Poi, bisogna appendere da tutte le parti delle finte ragnatele (possibilmente complete di ragni) e, volendo, come tocco finale, una bella testa di cinghiale imbalsamata come centrotavola (sì, lo so, questa è un tantino più difficile da reperire, ma fa un figurone).

Molto efficace, infine, anche l’idea di procurarsi una colonna sonora, con i rumori e suoni che di solito si sentono entrando al Luna Park nel castello delle streghe.

Comunque, il vero must di un Halloween party che si rispetti sono le zucche; nella mia personale top ten di gradimento al primo posto c’è la zucca con l’apparecchio ortodontico, e al secondo quella travestita da Spiderman.

La merenda

Qui, ovviamente, le abilità culinarie della padrona di casa giocano un ruolo fondamentale, e permettono di scatenare la fantasia.

Ma direi che per sfamare un piccolo esercito di mostriciattoli affamati, la base è un buon baking, fatto di biscotti arancioni a forma di zucca, con occhi e bocca di cioccolato, e a forma di pipistrello, e soffici meringhe a forma di ossa e di fantasmini.

Non possono mancare cupcakes con la glassa arancione, nera e viola, e le mitiche dita di strega, che a quanto ho capito si possono fare in due versioni: quella più classica, di biscotto, con unghia di mandorla, e quella più originale, composta da würstel rifasciati con pasta sfoglia.

Infine, una bella torta a forma di teschio, e il gioco è fatto.

Nel mio caso, peraltro, tutta questa parte non si realizza, in quanto ancora alle prese con il taglio della zucca di cui al primo punto.

Trick or Treat

Questa è la parte più complicata.

Infatti, la festa di Halloween per i paesi non anglosassoni è una festa di “importazione”, che sconta un po’ il fatto di non essere così radicata nella tradizione (specialmente nel rapporto con le generazioni precedenti).

Negli U.S.A. è tutto molto semplice: i bambini a gruppetti suonano alle porte e le persone che aprono, piacevolmente sorprese dalla vista di quei teneri mostriciattoli, tengono una provvista di dolcetti colorati a forma di ragni, serpenti e dentiera di Dracula, che consegnano ai bambini divertiti ed appagati.

Da noi, invece, lo scontro generazionale si fa sentire di più.

Intanto dal suono del campanello all’apertura della porta di casa passa un quarto d’ora (“chi è? Cosa vorrà a quest’ora? Cosa vuol dire Trick or Treat”?) e così via.

Ma soprattutto, il più delle volte, le persone che aprono la porta ad Halloween non tengono in casa fantastici Marshmallow a forma di fantasma, ma, al massimo, dei biscotti rinsecchiti, con grande delusione della tribù di piccoli scheletrini.

Quindi, è bene fare il giro del vicinato il giorno prima della festa, avvisando che, alle sette di sera del 31 ottobre, molto probabilmente, a suonare il citofono non sarà il postino con una raccomandata, e chiedendo la cortesia di aprire la porta e stare al gioco.

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