Per una che ha chiamato il suo blog Penna a Spillo, l’amore per le shoes è abbastanza intuitivo (I love shoes!)

Noto però con piacere che la mia passione è condivisa dalla maggior parte delle appartenenti al genere femminile (ebbene sì, non posso dire “da tutto” il genere femminile, perché ho anche un’amica che le detesta, o meglio, le ignora).

La ragione recondita di questa passione è piuttosto insondabile e varia da persona  a persona.

Nel mio caso, posso dire con certezza che l’amore smisurato per le scarpe risale all’età di cinque anni, e coincide con l’innamoramento per le scarpette da danza in raso rosa (quelle da punta con i lacci, of course).

Quel che è certo è che, negli anni, la passione si è estesa a tutto ciò che, anche lontanamente, assomiglia a quelle meravigliose scarpette rosa, che ancora oggi conservo nell’armadio.

Pensandoci bene, però, ogni tipo di scarpa ha un’anima e trasmette un preciso messaggio che, anche se inconsciamente, vogliamo comunicare (almeno in quel particolare momento).

Per esempio

Le décolleté sono le scarpe femminili per eccellenza.

Il vero problema di queste shoes (con tacco rigorosamente non meno di dieci centimetri) è che sono scomodissime.

Detto questo, le adoro e le indosso praticamente tutti i giorni.

La domanda più frequente è: “ma come fai con quei tacchi, non ti fanno male i piedi?” (Ma certo che mi fanno male, non sono mica un fachiro; ma d’altra parte, anche le scarpe da danza non erano mica comode, eppure le ho calzate per anni).

Messaggio

Il messaggio trasmesso attraverso un paio di décolleté con tacco dodici è più o meno questo: “sto portando con nonchalance queste trappole malesi da diverse ore, quindi regolatevi di conseguenza!”

Ovviamente, l’orario più indicato per indossarle (in primis quelle di Sua Maestà Christian Louboutin) è quello dall’aperitivo in poi, ma dipende un po’ da quello che si ha da fare (e da quante volte si può passare da casa a cambiarsi); perfette sia con i jeans sia con i pantaloni a sigaretta e, per quanto mi riguarda, rigorosamente senza calze.

Anche qui la domanda viene da sé: “ma non hai freddo senza calze in pieno inverno?” (Ma certo che ho freddo, ma vuoi mettere la differenza …).

Inoltre

Gli stivali (stivaletti, bikers, anfibi, tronchetti, etc.) rappresentano il compromesso ideale; volevo mettermi un paio di décolleté, ma siccome devo andare in motorino, oppure devo correre per prendere il treno, mi metto un bel paio di stivali che stanno bene sia con la gonna (e parigine) sia con i leggins, e posso sceglierli alti, bassi, medi e, se piove, da pioggia (Hunter forever).

Quindi, il messaggio che trasmettono gli stivali è all’incirca “oggi ho un sacco di cose da fare tutte diverse tra loro, quindi sono parecchio indaffarata e piena di senso pratico”.

Oltretutto, nella versione giusta, tipo “texano”, gli stivali sono belli anche in estate (magari non proprio in agosto sotto il sole cocente), e stanno benissimo con gli abitini e senza calze; in altre parole, sono molto versatili, e praticamente intramontabili.

Le Sneakers sono shoes smart e tendenzialmente allegre; anche perché sono automaticamente associate a tempo libero, attività sportiva, comodità e svago (anche se non sempre è così).

Ma mettono comunque allegria e fanno venire voglia di andare a fare una passeggiata.

Quindi, il messaggio delle Sneakers (tipo All Star Converse, per intenderci) è all’incirca: “oggi mi sento comoda e rilassata” (oppure non tanto rilassata, ma per lo meno comoda, che è già una gran bella cosa).

Shoes in casa

Infine, un capitolo a parte meritano le calzature casalinghe, che seguono logiche del tutto misteriose.

Si passa dalle ciabattine infradito alla pantofola a quadri modello mio nonno nel millenovecentoquaranta; dalla ciabatta in spugna da doccia di colori improbabili, tipo rosso vermiglio, blu cobalto o terra di Siena bruciata (perché non le facciano di colori più sobri, non è dato sapere), alla pantofolina con tacchetto e piume di struzzo.

Nessuno sa di preciso perché le calzature da casa siano così brutte, ma soprattutto nessuno è in grado di spiegare perché siano state ideate le ciabattone morbidone a forma di elefante, Pluto o renna.

La scelta dell’uno o dell’altro modello rivela l’indole segreta di ciascuno, che non sempre coincide con l’aspetto esteriore.

Quindi, il messaggio delle pantofole è “ok, durante il giorno mi vedete così, ma dietro l’apparenza si nasconde …”

Se vuoi leggere altre pagine di questo Diario puoi dare un’occhiata anche qui.