N.Y.C, 03.08.2012, ore 9.30

Una tranquilla famigliola composta da madre, padre, tre folletti, e un coniglio di peluche, sta facendo colazione in un appartamento in affitto nel centro di Manhattan.

Latte, cereali, succo d’arancia, caffè, carote per il coniglio e musica di sottofondo.

Tutto perfetto?

Meglio fare un passo indietro.

Genova 29.03.2012

L’idea è questa: “Perché non sfruttare le vacanze estive per fare un’esperienza diversa?” “Potremmo prendere una casa in affitto in una di quelle città dove sarebbe bello vivere (che ne so, Londra, Parigi, NYC), e iscriverci tutti a un corso estivo, così ne approfittiamo per imparare la lingua”.

La scelta cade su NYC, in cima alla classifica dei nostri desideri.

Non sembra troppo complicato; guardiamo su internet, cerchiamo i contatti, analizziamo le foto di decine di appartamenti e, finalmente, troviamo quel che fa al caso nostro.

Ci accordiamo con l’agenzia e mandiamo la caparra.

NYC, aeroporto JFK, 01.08.2012, ore 16.30 

Otto ore di volo dall’Italia e sei ore di fuso orario di differenza, bambini isterici e sudati, un’ora e mezza di coda all’ufficio immigrazione, e un’ora di taxi per raggiungere la città.

L’arrivo a Manhattan, come sempre, ci ripaga di tutto e fa sparire la stanchezza; prima lo skyline in lontananza, poi la sagoma dell’Empire State Building e del Chrysler Building, infine la sensazione di stupore che si prova a sbucare fuori dall’Holland Tunnel proprio in mezzo ai grattacieli.

Da fuori la casa sembra quella individuata su internet; la posizione è quella giusta, il quartiere tranquillo.

Dentro, invece, sembra il set di un film horror tipo “non aprite quella porta”; apparentemente è disabitata da secoli, con macchie di umidità alle pareti, mobili che cadono a pezzi, fili scoperti e pavimenti che scricchiolano.

Al piano interrato, una lavanderia cinese sprigiona un caldo umido che porta la temperatura interna a livelli insostenibili e ci fa desiderare di scappare in Alaska.

Non ci diamo per vinti

Dopo una notte di sconforto, l’unica soluzione praticabile ci sembra quella di presentarci tutti e cinque, con tanto di bagagli e coniglio di peluche, negli uffici dell’agenzia immobiliare che, naturalmente, si trova dall’altra parte di Manhattan.

Marciamo per un numero imprecisato di blocchi fino all’indirizzo impresso sulla mail di conferma della prenotazione, dove troviamo l’ufficio sbarrato e in via di smobilitazione.

Sembra una “candid camera” e ci aspettiamo di vedere da un momento all’altro una troupe televisiva che ci comunica di essere su “Scherzi a parte”.

Per fortuna, si tratta solo di un trasloco, non della chiusura totale dell’attività, e così, dopo lunghe ed estenuanti trattative, e un intero pomeriggio dedicato a visitare abitazioni da un capo all’altro di Manhattan, riusciamo ed ottenere un altro appartamento, questa volta moderno e confortevole, e che, perlomeno, non sembra arredato da un serial killer.

Il resto del soggiorno fila via liscio e ci regala avventure e quotidianità indimenticabili, che danno un senso allo sbattimento iniziale.

Londra, 16.08.2014, ore 9.30

La stessa tranquilla famigliola composta da padre, madre, tre folletti e un coniglio, sta facendo colazione a Londra, nel quartiere di Kensington.

Questa volta è andata meglio; l’appartamento è moderno e corrisponde (quasi del tutto) alle fotografie pubblicate su internet.

Questione di fortuna?

Può darsi; ma, come in tutte le cose, l’esperienza di NYC ci ha sicuramente lasciato una certa capacità di subodorare la truffa on line nelle case in affitto, purtroppo sempre dietro l’angolo.

Per la cronaca, a proposito di insidie delle case in affitto, l’appartamento di Manhattan, l’anno successivo, non esisteva proprio più; come appurato passandoci davanti, l’intero stabile era stato venduto e fatto oggetto di lavori di completa ristrutturazione.

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