Ci sono, innegabilmente, frasi tratte da film che, per un motivo o per l’altro, entrano a far parte del linguaggio di tutti i giorni, e non se ne vanno più.

Ognuno ha le proprie, a volte condivise con gli amici, o con altri membri della famiglia.

Ecco le mie.

Pretty Woman

1. Julia Roberts in Pretty Woman (1990)

Vivian alla commessa del negozio di Rodeo Drive: “Salve, si ricorda di me? Sono stata qui ieri, mi ha detto di andarmene. Lavora a percentuale, vero? Bello sbaglio! Bello! Enorme! Ho altro shopping da fare”.

Questa è perfetta, mi viene voglia di pronunciarla tre volte al giorno; è la giusta vendetta per ogni tipo di sopruso.

In realtà, ora che ci penso, più che altro me la dico da sola; prima o poi dovrò trovare il coraggio di esternarla anche io da qualche parte.

2. Hugh Grant in Notting Hill (1999)

William ad Anna: “E’ stato bello conoscerti. Surreale ma bello”.

Ecco: surreale ma bello definisce, in modo esemplare, tutta una serie di cose che mi capitano durante la giornata.

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3. Stanley Tucci in “Il diavolo veste Prada” (2006)

Nigel ad Andy: “Chanel, hai un disperato bisogno di Chanel…”

Qui scatta più che altro l’immedesimazione…Anche io sento spesso di avere un disperato bisogno di Chanel…

4. Laura San Giacomo in Pretty Woman (1990)

Vivian a Kit: “Tu fammi un solo esempio di una che conosciamo alla quale è andata bene.

Vuoi un esempio? Vuoi che ti facci un nome? Vuoi che ti dica un nome, insomma, uno qualunque.

Sì, uno. Me ne basta uno.

Dio, che ossessione sono i nomi…quella gran culo di Cenerentola!”

Da venticinque anni (data di uscita del film), il mio modo di indicare qualsiasi donna che susciti la mia invidia, in tutti i campi.

5. Renée Zellweger in Jerry Maguire (1996)

Dorothy a Jerry, nella scena finale: “Mi avevi già convinto al ciao”.

Il mio sistema (affettuoso) per tagliare corto, quando qualcuno esagera un po’ con le premesse.

6. Meryl Streep in The Hours (2002)

Clarissami ricordo che una mattina mi sono svegliata con dentro un grande senso di aspettativa (…) e mi ricordo di aver pensato “Ecco, questo dev’essere il preludio della felicità, questo è solo l’inizio e d’ora in poi crescerà sempre di più! Non mi ha sfiorato l’idea che non fosse il preludio. Era quella la felicità. Era quello il momento. Era quello”.

La ripeto a me stessa ogni giorno; è l’equivalente del Carpe Diem de “L’attimo fuggente”, ma è più bella.

7. Gene Wilder in Frankenstein Junior (1974)

“Frau Blucher: il dottore gradisce un brandy prima di ritirarsi…

Dott. Frankenstein: No, grazie.

Frau Blucher: Una buona camomilla, può darsi…?

Dott. Frankenstein: Niente! Grazie, sono alquanto stanco.

Frau Blucher: Allora io dico buonanotte.

Dott. Frankenstein: Buonanotte!!

Frau Blucher: Buonanotte, Herr Doctor.

Dott. Frankenstein: Buonanotte Frau Blucher”.

Questa mi risuona in testa automaticamente ogni volta che qualcuno insiste per qualcosa.

8. Russel Crow ne Il gladiatore (2000)

Massimo Decimo Meridio: “Al mio segnale, scatenate l’inferno!”

Va bene per tutto. La uso anche a sproposito, tanto mi piace pronunciarla.

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9. Woody Allen in Manhattan (1979)

Isaac, monologo iniziale del film.

“Capitolo primo. Adorava New York. La idolatrava smisuratamente…No, è meglio la mitizzava smisuratamente, ecco. Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di George Gherswin…No, fammi cominciare da capo…capitolo primo. Era troppo romantico riguardo a Manhattan, come lo era con riguardo a tutto il resto: trovava vigore nel febbrile andirivieni della folla e del traffico. Per lui New York significava belle donne, tipi in gamba che apparivano rotti a qualsiasi navigazione (…) No, aspetta ci sono: New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata…”.

Per tutti quelli che, come me, si sentono Newyorkesi nell’anima.

Queste le frasi dei film entrate nella mia vita. E voi? Quali sono le vostre?