Inizialmente

Ad un primo sguardo superficiale si potrebbe pensare che l’applicazione più frenetica e assidua di WhatsApp sia quella praticata dai ragazzini di tredici anni (che, in effetti, ci danno dentro parecchio con le chat).

Ma, in realtà, i gruppi di WhatsApp dei tredicenni sono roba da niente al confronto di ciò che riescono a fare le loro madri, meglio note come le famigerate “mamme WhatsApp” (categoria della quale io sono, ovviamente, massima esponente).

Inizialmente, le mamme WhatsApp si manifestano timidamente con una semplice chat della classe, nella quale si scambiano messaggi piuttosto generici e formali sulla vita scolastica (nel mio caso, peraltro, con tre folletti, le chat della classe sono già tre).

Poi, per ogni classe, si palesa una seconda chat, per gli argomenti più futili (con tre figli siamo a sei), che talvolta, però, non comprende tutti gli utenti della prima chat, con gravissimo rischio d’incidenti diplomatici (se no la cosa è troppo semplice, e non c’è gusto).

Si aggiungono le chat delle attività sportive, tipo calcio, tennis, nuoto e così via (per me, come minimo, altre tre, e siamo a nove).

A questo punto, iniziano a spuntare in maniera schizofrenica chat per ogni tipo di evento: “aperitivo”; “cenetta”; “festa di compleanno ai gonfiabili”; “sagra della castagna”; “grolla dell’amicizia”, e così via, cosa che permette di totalizzare una media di circa dodici chat.

Non è nemmeno tanto facile capire quale figlio è invitato dove, dato che i nomi delle chat sono di fantasia, e per lo più ricordano nomi di tribù indiane, con il conseguente rischio di portare il folletto grande ai gonfiabili, e il folletto piccolo in discoteca.

Poi, il delirio

Si va dal cambio frenetico dell’icona (ma chi è ‘sta gente? Da dove salta fuori? Ah, sì, sono le mie amiche, ma sotto spoglie diverse; prima erano gli “Angeli del Focolare”, adesso sono le “Vendicatrici Mascherate”); alla creazione di nuove chat in sostituzione di altre vecchie, uguali alle precedenti, ma con partecipanti leggermente diversi (per esempio, tutti quelli della chat di prima meno uno, vai a sapere chi, e soprattutto perché).

Non male anche l’utilizzo di due chat contemporaneamente, saltando un po’ di qua, e un po’ di là, e cioè la domanda da una parte, e la risposta dall’altra, che crea un effetto di stordimento allucinogeno.

WhatsApp

C’è poi da dire che le mamme WhatsApp sono instancabili, e la loro attività è frenetica; se ci si allontana dal telefono un’oretta, tipo per andare dal dentista, aprendo la borsa si possono trovare cinquantadue e più messaggi, con ottantasei faccine.

Se poi ci si dimentica la suoneria accesa, più che nello studio del dentista sembra di stare in un bar degli anni ottanta, di quelli con il flipper sempre in funzione.

Send Help

Anche gli argomenti trattati nelle chat richiedono doti di grande versatilità per poter partecipare adeguatamente.

Si passa da momenti di raccoglimento e riflessioni sui massimi sistemi, a interpretazione dei compiti (pagina quattro o pagina otto?) con stupore estasiato, dall’invio di foto goliardiche, a ispirazioni di tipo filosofico, alle catene di Sant’Antonio, il tutto nel giro di un quarto d’ora.

Ma la cosa in assoluto più esaltante è l’utilizzo del correttore automatico, che offre momenti di altissimo livello.

“A chat ort ci vedi Abu ogij?”; “Magh, diret alle quatry e meszzucci”.

“Cazpita!” “Ma noj sarebht negil alle cibque meno in quatry?”

Il dialogo surreale di cui sopra può continuare per delle buone mezz’ore, salvo poi essere improvvisamente interrotto dall’invio della gigantografia di una gallina o altro soggetto analogo, che significa che abbiamo cambiato tema.

Stare al passo con le mamme WhatsApp non è cosa semplice e può creare qualche dissidio interno alla famiglia (“ma possibile che sei sempre attaccata al cellulare?”), ma complessivamente è una delle attività più spassose nell’arco della giornata e, quindi, vale la pena resistere.

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