Da qualche anno a questa parte, il mondo si è trasformato in una gigantesca cucina.
Ovunque ti giri è un tripudio di salse, intingoli, torte, sformati, arrosti, e via dicendo.
Ci sono trasmissioni e pubblicazioni per qualunque tipo di gusto e di esigenza.
Ti piace sentirti come Nonna Papera? Cucinare con il grembiulone canticchiando e preparare crostate e marmellate per Qui, Quo e Qua?
O forse preferisci cucinare in abito da sera con il tacco dodici piroettando tra il frigorifero e il piano di cottura?
Vuoi cimentarti con la cucina molecolare travestito da scienziato pazzo, mentre ascolti musica tecno?
O magari t’ispira il cibo messicano, giapponese, eschimese?
Nessun problema: c’è un manuale, un articolo, un video, per ognuna di queste necessità.
Il messaggio è semplice e chiaro: c’è uno chef in ognuno di noi, basta solo farlo uscire allo scoperto!
Tutti possono cucinare
Come affermava il topolino di Ratatouille “tutti possono cucinare…”.

Ora, il fatto che tutti possono cucinare, è senz’altro una bella notizia, ma non descrive completamente il fenomeno.
A ben vedere, infatti, tutto questo fiorire di pentole e padelle ha prodotto due categorie ben distinte di “sfornellatori”, che trovano la loro massima espressione tra le madri di famiglia, dotate per natura di un certo numero di assaggiatori quotidiani (marito e figli).
I creativi
La prima categoria è costituita da quelli che “ci acchiappano”, già bravi a cucinare prima dell’esplosione della moda del food, che si possono oggi sbizzarrire con risultati di tutto rispetto, anche se talvolta un tantino eccessivi e non ben compresi da resto della famiglia.
Ecco un dialogo che si può tranquillamente ascoltare alla fermata dell’autobus.
“Cosa prepari stasera per cena?”
“Mah, sono sola con i bambini; pensavo timballi di polenta taragna al ragù di lepre, crepes alla polpa di riccio e cinghiale alle olive; per finire, cestini di mascarpone alle fragole”.
“Ah bello! Io invece ho a cena mio cugino; farò dei ravioli con ripieno di ortiche e delle quaglie farcite; arrosto d’oca con castagne e trionfo allo zabaione”.
L’apoteosi viene raggiunta in occasione dei compleanni.
“Domani mia suocera compie gli anni; ho preparato una torta a quattro piani ricoperta di pasta di zucchero, sovrastata da una statua di lei mentre gioca a carte”.
“Giovedì la piccola compie tre anni! Pensavo di fare una cheescake con sopra il corpo di ballo del Bolshoi in marzapane che esegue il lago dei cigni”.
I negati
La seconda categoria è quella dei negati (io appartengo più a questa categoria, ça va sans dire).
I negati sono quelli che, prima della rivoluzione culinaria, bruciacchiavano l’arrosto, facevano sgonfiare il soufflé e presentavano sempre ciambelle senza il buco.
Oggi i negati sono sempre negati, ma si sono trasformate in “negati creative” (categoria insidiosissima).
“Bambini stasera la mamma vi prepara una ricettina fantastica: la pasta con lo stracchino” (la ricetta prevede di prendere lo stracchino, sbatterlo nella padella e buttarci sopra la pasta).
“Che bello, mamma!” “Che cosa sono di preciso questi grumi?”
“Tesoro, oggi per il tuo compleanno ho preparato questa torta con le mie mani” (composto già pronto sistemato nello stampo a forma di cuore, tutto coperto di petali di rosa).
“Molto buono, ma la prossima volta andiamo pure al ristorante”.
L’arma segreta delle negate creative è l’entusiasmo.
Se si mostrano molto convinte, anche gli assaggiatori saranno contenti e partecipi (anche perché, mostrare disappunto è un po’ come sparare sulla Croce Rossa).
Se siete invitati da una negata creativa, dovete far buon viso a cattivo gioco.
Infatti, ispirata dalla dilagante mania per i fornelli, cercherà anche lei di fare bella figura, cimentandosi in qualcosa di speciale, non volendo certo apparire come la “regina del surgelato”.
Come minimo, quindi, vi proporrà delle Crepes Suzette flambée al Grand Marnier, con grave rischio di incendiare la tovaglia.
D’altra parte, il senso della frase “tutti possono cucinare”, non è che tutti possono diventare artisti della cucina, ma che un grande artista può celarsi in chiunque (ad esempio in un topo, come nel film), quindi, l’unico sistema è continuare a provare, senza lasciarsi intimorire da trascurabili dettagli.
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Sei una grande!!!!! Io appartengo (a dire degli altri ma non è vero) alla categoria delle negate! ho appena bruciato una cotoletta…. era per la Federica!
Oooh…io adoro bruciare le cotolette! Mi riesce alla perfezione…
Caspita; ormai per me questo blog è un’appuntamento quotidiano….. aspetto sempre la nuova puntata. Complimenti per i testi accattivanti e le foto patinate!
Grazie Lucia, sono molto contenta di averti tra i miei “followers”!
Che vergogna!! mi è scappato un apostrofo di troppo!! Beh, meno male che ci sei tu che scrivi in maniera impeccabile.