Un anno di blog.

E’ passato in un lampo, come tutte le cose.

Ecco cosa mi è sembrato di capire sul mondo del blogging in un anno di esperienza, sperando che questa esperienza possa essere potenzialmente utile per chi abbia l’idea di aprirne uno.

Scrivere

Volevo scrivere, e ora scrivo. Questa per me è la cosa più bella dell’avere un blog. Pensavo che gli argomenti sarebbero venuti meno nel giro di un paio di mesi, e invece ho scoperto che le idee e gli spunti si moltiplicano, perché tutto quello che vedi e che fai si può trasformare in materiale per il blog. E’ ovvio che la speranza è sempre quella che ciò che scrivo sia anche di interesse per qualcuno (anche perché, ovviamente, il consenso e la condivisione sono importantissimi, altrimenti potevo scrivere il diario segreto), ma ora so per certo che, per chi ama la scrittura, scrivere è prima di tutto un piacere catartico, liberatorio, terapeutico.

E il fatto di avere un blog, dove puoi scrivere tutte le volte che ne hai voglia, è, da questo punto di vista, il massimo, perché in pratica non devi chiedere il permesso a nessuno, e l’unico criterio di scelta che hai è quello che dipende dalla tua sensibilità.

Fotografare

Non pensavo di voler fotografare, e invece ora mi aggiro per il mondo con l’iphone in mano (sì, lo so, prima o poi me la compro una macchina fotografica come si deve) pronta a scattare foto per il blog ad ogni angolo.

In pratica, vedere il mondo attraverso la fotografia, pensandola come arricchimento della parte scritta del blog, è un modo per fissare le immagini e trasformarle in esperienze di vita vissuta, da testimoniare, per qualcun altro, o per me stessa.

Prima di avere il blog, fotografavo quello che mi pareva dovesse avere un interesse tale da meritare di essere immortalato; ora, invece, fotografo tutto quello che mi colpisce per qualsiasi motivo, e solo dopo averlo rivisto attraverso lo scatto, scopro quanto può essere bello un pezzo di muro, o un mucchietto di foglie al lato del marciapiede.

Vita da Blogger

Avere un blog non è una cosa distinta dalla vita reale di tutti i giorni.

C’è una fusione continua tra ciò che fai e ciò che scrivi e tutto diventa spunto per pubblicare sul blog. E questo è bellissimo, perché non c’è uno stacco tipo “ora mi metto qui e scrivo qualcosa per il blog”, ma c’è piuttosto “guarda questo, guarda quello, senti cosa tira fuori il folletto piccolo di cinque anni, e che razza di risposte dà quello di quattordici, che belle queste scarpe, uh domani c’è la mostra degli Impressionisti, non devo perderla; ehi, ma queste feste di bambini sono una specie di girone infernale, devo proprio ricordarmi di scrivere qualcosa sul blog (ah, no, l’ha già scritto Francesco Piccolo in modo sublime, va beh, allora se mai invece di scrivere mi rileggo il suo libro)”.

Ecco, il blog è più che altro uno stato mentale, un modo creativo per trasferire sulla piattaforma web tutto quello che ti gira intorno, ma non a caso, bensì con uno stile personale, che ti distingue dagli altri milioni di blogger esistenti.

In altre parole, è l’occasione per vedere le solite cose da un altro punto di vista.

Conquiste

Avere un blog è anche un modo per vincere un po’ la timidezza.

Intanto perché esternare il proprio punto di vista è sempre occasione di mettersi un po’ in gioco e di esporsi, e questa è una cosa che si impara con il tempo, correndo qualche rischio.

Poi perché, a meno di non volere rimanere completamente isolata in una sorta di eremo mediatico, prima o poi bisogna cercare, come nella vita reale, di conoscere le altre persone che popolano il web, e tentare degli approcci.

E qui, esattamente come nella vita offline, a volte si hanno delle sorprese bellissime, e si trovano vere e proprie manifestazioni di affetto gratificante, da parte di persone che mostrano sincero interesse, a volte si ha la sensazione di essere ignorati o rifiutati, con grande delusione.

Ma anche per chi non è bravissimo nelle pubbliche relazioni, un po’ di impegno bisogna mettercelo, quindi il web è senz’altro un ottima palestra per superare la propria introversione.

Formazione

Bisogna studiare.

Come in tutte le cose, il blogging ha le sue regole, che è bene conoscere per non fare figuracce, per trovare una propria dimensione (grande o piccola che sia), per capirci qualcosa.

E lo studio di questa materia non è banale, ci sono mille aspetti da considerare: la parte tecnica, il web marketing, l’ottimizzazione SEO, le connessioni con i social network, e chi più ne ha più ne metta.

Ma, devo dire, che lo studio di una materia nuova è sempre stimolante e comunque arricchisce. Quindi, che si tratti di manuali, di articoli trovati su blog appositamente dedicati a questo, di seminari o corsi organizzati appositamente, la cosa migliore è non perdere nessuna occasione per capirci un po’ di più.

Effetti collaterali

Consente di guadagnare un sacco di punti agli occhi dei tuoi figli (per chi ne ha, come me), nati nell’era del computer, che fino a ieri ti consideravano una specie di dinosauro (“mamma, ai tuoi tempi esisteva il telefono, ahahah?”) e ora, improvvisamente, ti guardano con un misto tra diffidenza e ammirazione (“secondo te ci capisce? Mah, qualcosa sì perché pubblica post tutte le settimane e ha pure la pagina Facebook”).

“Mamma, ma è vero che hai conosciuto Salvatore Aranzulla in uno dei tuoi raduni di blogger? Ti sei fatta fare, vero l’autografo?”

E ancora “mamma, tu devi assolutamente vedere questo youtuber che ha milioni di visualizzazioni, non come te che hai tipo diciotto follower, ahahah!”

Insomma, un canale preferenziale niente male per comunicare con i propri figli.

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