Dopo le scoperte di Giugno, ecco quelle di Luglio.
Un evento cena di Luglio sui tetti di Roma
Roma Cena Dom Perignon
Palazzo Manfredi Ristorante Aroma Chef Giuseppe Di Iorio

Ci sono due Rome.
Una è quella a livello strada, sicuramente bella, come solo una città con più di duemila anni di storia può essere, ma anche rumorosa, caotica, trafficata e calda, con il cemento che si scioglie sotto i piedi a 35 gradi all’ombra.
E poi ce n’è un’altra, parallela, che è quella sospesa in alto sulle terrazze dei palazzi storici del centro, silenziosa e incantata, che domina tetti e Colosseo e mescola insieme in un unico tramonto tutte le epoche storiche di questa incredibile città.
Tutti i rumori della strada sono come ovattati, rimangono sullo sfondo, e si rimane un po’ sospesi nel tempo, in una sorta di bolla dai contorni indefiniti.

Roma sui tetti
Io non l’avevo mai vista, quest’altra Roma, fino all’altra sera, quando sono salita all’ultimo piano di Palazzo Manfredi per la cena organizzata da Dom Perignon sulla terrazza del Ristorante Aroma, e sono rimasta senza parole.
Il Colosseo visto dall’alto, a pochi metri di distanza, con dietro il tramonto infuocato, è proprio bello, di quella bellezza che rimane impressa nella mente per un bel po’ di tempo, forse anche per sempre.
La terrazza è (relativamente) piccola e quindi piuttosto intima, e lo sguardo spazia da una parte all’altra, senza sosta, dal momento che è tutto talmente strabiliante che non si sa dove guardare.
Nei primi dieci minuti l’effetto è quello della cavalletta impazzita, che salta di qua e di là per rubare scatti fotografici da tutte le angolature, poi ci si rilassa, e inizia la parte migliore della serata.
Anche un semplice aperitivo sarebbe sufficiente per godersi l’incanto di una serata così, ma cenare, seduti a tavola, in un simile contesto, è veramente superlativo.
Tra parentesi, lo chef Giuseppe Di Iorio (recentemente insignito della stella Michelin), è proprio bravo e fa un guazzetto di scampi e astice da urlo.
Lucca Summer Festival Luglio 2015
Robbie Williams Let me entertain you tour 2015
24 luglio 2105 Lucca Summer Festival

Il Lucca Summer Festival (diciottesima edizione) è stata per me una incredibile scoperta.
Concerti di altissimo livello durante tutto il mese di luglio, tra cui quello di Mark Knopfer, Bob Dylan, Paolo Nutini, Lanny Kravitz, Snoop Dogg e chi più ne ha più ne metta.
Il 23 luglio 2015 è stata la volta di Robbie Williams, incredibile cantante e showman, vero animale da palcoscenico, come si suol dire.
La prima cosa da premettere è: dieci e lode all’organizzazione del Festival.
Nonostante il caldo opprimente, e le sedicimila persone intervenute, tutto si è svolto in maniera scorrevole e tranquilla, grazie anche all’intuizione di aprire i cancelli alle quattro del pomeriggio, per far affluire lentamente il pubblico.

Insomma, non è mica facile organizzare la sicurezza e la viabilità per concentrare tutta quella gente in una piazza (Piazza Napoleone), all’interno di una città circondata da mura secolari; quindi, per una claustrofobia di fama mondiale come me, grandissima ammirazione.
Molto bello anche il pre concerto; mille localini (molti con cibo take away) sparpagliati per tutto il centro storico, tranquilli e ben organizzati, per mangiare e bere prima e dopo il concerto, alcuni con i tavolini fuori, altri con panchine in mezzo alla strada, tutti accoglienti e veloci, nonostante la folla (dato che inizia il concerto, metterci dieci minuti o un’ora a mangiare un panino e bere una birra non è la stessa cosa).
Robbie Willliams
Venendo al clou della mia serata di Luglio, rispetto ai concerti di Robbie Williams che ho visto a San Siro del 2006 e del 2010 questo è stato, per così dire, più “intimo” (solo sedicimila persone invece di settantamila), ma altrettanto suggestivo e coinvolgente.
Anche perché lui è mitico.

Balla, canta, improvvisa, duetta, canta un pezzo di canzone “a cappella”, poi passa ad un’altra con la band, poi prende una tizia del pubblico e la porta sul palco e la bacia dedicandole She’s the one (questo è un suo must, lo fa tutte le volte) o, come in questo caso, cantando insieme a lei Candy in una specie di letto matrimoniale verticale e digitale, da cui spuntano solo le teste; a un certo punto arriva sul palco il padre di Robbie in smoking a cantare con lui “Better man”.
Fondamentalmente fa un gran casino e questo è il bello, perché i concerti, anche se l’impianto è più o meno quello, ormai collaudato, sono tutti diversi uno dall’altro.
E poi è simpatico, cosa che forse per una rockstar non è poi così scontata, e canta divinamente le canzoni sue (Let Me Entertain You, Rock DJ, Monsoon, Angels, She’s the one, Supreme, Millenium, Candy, etc.) e quelle degli altri: I Still Haven’t Found What I’m Looking For (U2), Freedom (George Michael), We Will Rock You e Bohemian Rapsody (Queen), My Way (Frank Sinatra).
Se qualcuna di queste non gli viene perfettamente, lo dichiara (in inglese).
Il pubblico è trasversale, e partecipa alla grande. Veramente bello, da desiderare che non finisca mai.