Negli ultimi quattro anni, vivendo a Londra, ho avuto modo di visitare alcune straordinarie Mostre legate al mondo della moda e del fashion.
Si tratta di mostre iconiche destinate a rimanere a lungo nella storia della moda.
Ho racconto tantissimo materiale fotografico e, trattandosi di mostre davvero epocali, ho pensato di raccontarvele qui, nel caso non siate riusciti a vederle.
Balenciaga Shaping Fashion
Una Mostra che mi è piaciuta tantissimo è stata quella allestita al Victoria & Albert Museum per i cento anni della Maison Balenciaga, dal titolo Balenciaga Shaping Fashion.
La sensazione che ho provato è stata quella di entrare nel mondo della moda e dell’alta sartoria degli anni cinquanta/sessanta e restarci per un po’.


La mostra era organizzata su due piani: al piano terra, veniva ricreata l’atmosfera dell’atelier (in tutto sono stati esposti più di cento abiti e numerosi cappelli).
In questa parte erano stati inseriti filmati per raccontare la storia di Cristobal Balenciaga, con aneddoti, storie dei suoi inizi, dei suoi successi, interviste alle sue clienti.


E inoltre copertine di riviste dell’epoca, campioni dei tessuti, perfino un paio di indumenti da infilare per provare l’emozione di un capo di alta sartoria, insomma tutto ciò che serve per una vera e propria esperienza nel mondo dell’alta sartoria.
Al centro l’evoluzione del lavoro di Balenciaga, cioè idea di liberare il corpo femminile dalle costrizioni degli abiti dei decenni precedenti e dare vita a forme completamente nuove, mai conosciute o osate prima di allora.



Al piano di sopra invece, erano esposti gli abiti più scenografici, tutti perfettamente incorniciati in bacheche trasparenti, in modo da poterli osservare da tutte le angolazioni, e mostrata l’eredità artistica di Balenciaga, con opere degli stilisti che hanno in seguito subito la sua influenza.




Il pregio di questa mostra è stato quello di avere evidenziato come l’opera di Balenciaga abbia trasformato e rivoluzionato il concetto di forma nell’alta sartoria, introducendo concetti prima inesistenti che hanno da quel momento in poi reso possibili idee creative fino a quel momento inimmaginabili.
Christian Dior Designer of Dream
Si tratta di una Mostra epocale, che ha ricostruito tutto il lavoro e la crescita della Maison Dior dagli inizi ai giorni nostri.
La cosa sorprendete di questa mostra è stata non soltanto la quantità di abiti ed accessori esposti, ma la grande abilità nell’organizzazione del materiale che ha reso possibile un vero e proprio viaggio attraverso la storia.


Abiti ed accessori erano stati infatti suddivisi magistralmente in ambienti con differenti temi, per permettere un vero e proprio viaggio nel mondo della Maison Dior.
Origini della Maison Dior
Dopo avere attraversato una prima suggestiva sala con alcuni pezzi di culto, il viaggio iniziava con i modelli più antichi della Maison, dove colpiva come la maggior parte dei modelli, pur datati, sono di sconvolgente modernità.


L’arrivo di Dior in Gran Bretagna
Nella seconda sala era raccontato l’arrivo di Dior in Gran Bretagna, dopo gli esordi di Parigi, e l’attenzione veniva catturata dall’abito, posto al centro della sala, realizzato da Dior per il ventunesimo compleanno della Principessa Margaret.
Accanto al vestito il gigantesco ritratto fotografico realizzato da Cecile Beaton della Principessa nel giorno del suo ventunesimo compleanno.


Ispirazioni dei secoli passati
Nella terza sala erano esposti tutti abiti ispirati ad epoche storiche del passato, con particolare riguardo al ‘700.
Tutti i modelli erano raggruppati per colore: bianchi al centro, rosa a destra e celesti a sinistra, con un effetto cromatico veramente spettacolare.



Viaggio intorno al mondo
Nella quarta sala si trovavano tutti i modelli di Dior ispirati al tema viaggi ed alle culture di di tutto il mondo.
Dall’antico egitto al sudamerica, dal giappone all’africa, e via dicendo.


Qui ogni abito era quasi un costume di scena ed una vera e propria opera d’arte.
I direttori artistici della Maison
Nella quinta sala una panoramica di modelli dei principali direttori artistici della maison succedutisi nel tempo.
Christian Dior, Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferrè, Raf Simmons, Maria Grazia Chiuri.



Davvero interessante vedere come ciascuno dei direttori artistici abbia lasciato una propria precisa ed estremamente riconoscibile impronta, pur nel rispetto della linea impresa da Christian Dior.
Garden Room
La Garden Room era una sala dall’atmosfera fiabesca.
L’impressione era quella di entrare in un giardino dove i fiori erano sostituiti dagli abiti, tutti a tema floreale.


Atelier
La sala successiva era un piccolo capolavoro.
Si trattava di un ambiente illuminato da un bianco abbagliante, dove lungo tutte le pareti, da cielo a pavimento, sono esposti manichini con le teline dei modelli che vengono realizzate prima di confezionare gli abiti.

La sala si chiamava Atelier e ricrea la perfetta sensazione di tutta la lavorazione che sta dietro alla realizzazione dell’opera finale.
Accessori
Da qui iniziava un lungo corridoio lungo la cui parete erano esposti centinaia, per non dire migliaia, di accessori e modellini di abiti.
Ma la cosa davvero scenografica era costituita dal fatto che gli elementi erano esposti in gradazione di colore, da rosso, al giallo al verde, al blu.



Ball room
L’ultima sala era da sogno.
In un’unico ambiente circolare sono stati riuniti i più sfavillanti abiti da sera che Dior abbia mai realizzato.
Le luci della sala cambiavano colore in continuazione, in modo da creare le sfumature di luce che si possono effettivamente trovare nel corso di un evento mondano o sul red carpet.


Si trovavano qui alcuni pezzi eccezionali, tra cui l’abito indossato dalla Principessa Diana al MET Gala del 1987 e molti modelli indossati da Star sul red carpet, con relativa targa descrittiva.
Azzedine Alaia The Coutourier
Una bellissima mostra è stata quellasulla moda allestita al Design Museum e dedicata ad Azzedine Alaia intitolata Azzedine Alaia: The Couturier.
La mostra si è tenuta al Design Museum di Kensington, a Londra, a pochi mesi dalla scomparsa del celebre designer tunisino, che ha dominato la scena della moda degli anni ottanta.



Questa esibizione è riuscita a raccontare in maniera molto efficace la vita di Azzedine Alaia e la sua evoluzione professionale ed artistica, a partire dagli esordi nel mondo della moda a Parigi nell’atelier di Christian Dior, il rapporto con le sue muse, gli amici, i clienti celebri.
Tra le tante, Grace Jones, che indossò i suoi abiti nel film Agente 007 – Bersaglio mobile, Naomi Campbell, Tina Turner, Raquel Welch, Madonna, Brigitte Nielsen.
Ogni importante modello della sua carriera, sviluppatasi dagli anni settanta al 2017, era rappresentato qui, a partire dai famosi modelli di abiti con la zip, ai corsetti, agli abiti con cappuccio, ai tubini elasticizzati. agli abiti in pelle.




Accanto ai modelli, numerose fotografie, appunti e disegni, che rivelavano la personalità di un artista a tutto tondo.


Mary Quant al V&A
Altra mostra epocale è stata quella dedicata a Mary Quant e ai favolosi anni sessanta della swinging London tenutasi al Victoria & Albert Museum.
La prima parte della mostra è stata dedicata alla storia di Mary Quant, genio della moda degli anni settanta, che all’età di sedici anni si trasferì a vivere a Londra e, dopo essersi sposata, aprì sulla King’s Road la boutique Bazaar dove ben presto iniziò a vendere le proprie creazioni.
La boutique diventò non solo negozio di moda accessibile, ma punto di incontro di una generazione: aperto fino a tarda sera, è negozio, è luogo di incontro di artisti, scrittori, musicisti e gioventù londinese.
Moltissime foto e alcuni video dell’epoca hanno contribuito a ricreare l’atmosfera di quegli anni.


Al piano inferiore della mostra tutti gli abiti e le creazioni degli esordi.


Mentre al piano superiore i modelli più conosciuti, minigonne e hot pants, collant multicolor e impermeabili colorati.




Manolo Blahnik alla Wallace Collection
Infine, sicuramente indimenticabile la mostra realizzata alla Wallace Collection di Marylebone, dedicata al genio creativo di Manolo Blanhik.


Superato il maestoso portone d’ingresso del palazzo, come prima cosa erano esposti una serie di disegni realizzati da Manolo Blanhik per le creazione di alcuni dei suoi modelli di scarpe più celebri.
Ricordate le scarpe indossate da Carrie Bradswaw in Sex and The City?



Procedendo lungo le sale della Wallace Collection, poi, si incontravano i modelli di calzature realizzate dal celebre designer, da lui stesso selezionati per essere incastonati tra dipinti, arredi e tesori della collezione del museo.
Tra i modelli prescelti anche quelli realizzati per il film Marie Antoinette di Sofia Coppola del 2006.




E in ogni sala del palazzo le magnifiche scarpe di Manolo Blahnik sono state esposte con grandissima cura e senso estetico, ricercando il collegamento di ogni singolo pezzo con il materiale artistico presente nel museo.


Ma queste che ti ho raccontato sono solo alcune delle mostre sul tema della moda che ho avuto la fortuna di vedere qui a Londra.
Sono quelle che mi hanno colpito di più, e spero di essere riuscita a trasmetterti un pò di quella magica atmosfera.
Ti è piaciuto visitare queste mostre con me?
Se vuoi leggere ancora sull’argomento puoi dare un’occhiata a questo post qui.
Se poi vuoi una guida pratica e tascabile da portarti in giro nel tuo viaggio, per scoprire Londra come un vero Londoner puoi dare un’occhiata al mio libro “Alessandra in London, appunti per scoprire la città” cliccando su questo link.
Per vedere qualche pagina in anteprima clicca qui.
Per saperne di più sull’intero progetto puoi leggere questo post.