L’arrivo a Tokyo

Arriviamo a Tokyo nel tardo pomeriggio e la strada dall’aeroporto per la città è piuttosto lunga; in macchina cerchiamo di farci un’idea di ciò che ci circonda, è la prima volta in Giappone e siamo curiosi di tutto.

Pian piano la città si avvicina, e iniziamo a vedere le luci in lontananza; poi, prendiamo una strada sopraelevata che attraversa diversi quartieri e cominciamo a farci un’idea di Tokyo.

E’ grande, grandissima, è moderna, piena di grattacieli luccicanti e di strade che si intersecano sopra e sotto, a tratti si vede il mare, sormontato da ponti avveniristici e in alcuni casi illuminati; nel frattempo si fa l’ora del tramonto e tutto inizia a colorarsi di rosa.

Si incominciano ad accendere le luci da una parte e dall’altra del nostro percorso e infine usciamo dalla sopraelevata e ci ritroviamo nel pieno del quartiere di Shinjuku, dove si trova il nostro albergo, Tokyo Hilton.

Capiamo subito che tutto qui funziona perfettamente; in albergo troviamo già pronta per noi la Wi-Fi portatile (router illimitato pocket Wi-Fi), che abbiamo prenotato giorni prima su consiglio di un’amica molto esperta di viaggi che è già stata qui (Arianna di www.tropicalspirit.it).

Si tratta di un sistema molto utile, in effetti, perché ci permette di avere un accesso a internet continuo durante il giorno per cercare posti, orientarci, tradurre indicazioni, nonché far rilassare il teenfolletto che in questo modo rimane connesso 24/24 con tutto il gruppo dei suoi amici e attenua così il nervosismo dovuto al fatto di viaggiare con la famiglia e due fratelli più piccoli.

E finalmente saliamo in camera, posiamo le valigie, ci avviciniamo alla finestra e ci appare Tokyo, in tutto il suo magico splendore.

Tokyo ci appare così

La prima immagine che abbiamo di Tokyo è questa.

Il nostro primo giorno di visita alla città, proseguendo il nostro viaggio da Pechino (di cui potete legge in quest’altro post cliccando qui) coincide con il 31 dicembre, ultimo giorno dell’anno.

Per muoverci usiamo la tube, partendo da una delle stazioni di Shinjuku, nei pressi del nostro Hotel.

Orientarsi nella metropolitana di Tokyo all’inizio ci sembra impossibile, tanto è vasta e articolata, con tutte le scritte in giapponese, ma poi realizziamo che, come tutte le cose, non è così complicato, basta applicarsi un po’.

Inoltre, qui a Tokyo è tutto così perfetto, preciso, organizzato, pratico ed efficiente, da rendere semplici anche le cose apparentemente difficili.

E, dettaglio non da poco, le persone sono estremamente gentili e amichevoli, e non di rado, vedendoci consultare la mappa, ci sorridono per farci capire che se abbiamo bisogno di aiuto sono ben felici di collaborare.

Harajuku 

La prima zona che visitiamo di Tokyo è Harajuku.

Colorata, vivace, piena di gente, di luci e di avanguardie, ma anche la zona nei cui pressi si trova il meraviglioso tempio di Meiji, silenzioso, tranquillo, racchiuso all’interno di un bellissimo parco, vera e propria oasi nel centro di Tokyo.

Appena arrivati a Harajuku, cerchiamo subito Takeshita Dori, il paradiso dello shopping alternativo e di tendenza, strapieno di negozi che vendono cose pazze e brand famosi tra i giovanissimi.

Poiché noi viaggiamo con un folletto di undici anni, che è tutto un tripudio di brand dai nomi impronunziabili e assolutamente imperdibili, questa via diventerà la meta più ambita e cercata di tutto il soggiorno a Tokyo (ci torneremo tre volte prima della fine della vacanza, cosa non semplice date le distanze e il poco tempo a disposizione).

Takeshita Dori

Ecco Takeshita Dori, percorsa da un lato (Stazione metro di Harajuku), all’altro (quartiere di Omotesando).

La strada è relativamente corta, ma per attraversarla tutta, dato il fiume costante di persone che vi transita, ci vuole un’ora buona, più le soste tra un negozio e l’altro.

Per dare un’idea di cosa è il traffico di persone a Tokyo, nelle vie del centro, non è raro incontrare auto della polizia urbana con megafono che dirama istruzioni su come muoversi al fine di non intasare gli incroci e rimanere bloccati.

Anche tutta l’area intorno a Takeshita Dori è piena di negozi avveniristici, specialmente dal lato in cui la strada interseca il quartiere di Omotesando, moderno e trafficato, pieno di vie dedicate allo shopping.

Il Tempio di Meiji Jingu 

Vicino a Takeshita Dori, accanto alla stazione della metro di Harajuku, si trova l’ingresso del tempio shintoista di Meiji Jingu, racchiuso all’interno di un bellissimo parco (parco Yoyogi), silenzioso e tranquillo, che ci consente di riprenderci dal traffico e dalla confusione di poco prima.

Il nostro primo giorno a Tokyo coincide con il 31 dicembre che è un giorno molto particolare. Le amiche giapponesi che mi hanno aiutato a preparare questo viaggio, senza le quali non sarei riuscita a fare nemmeno la metà delle cose che ho fatto mi spiegano che il 31 dicembre ed il 1 gennaio sono giorni dedicati al Tempio, dove tutti si recano per pregare, meditare, e lasciare preghiere scritte su tavolette di legno, ed in effetti l’esperienza è davvero suggestiva. Un flusso continuo di persone, ma sempre con procedere tranquillo ed ordinato, attraversa il parco. Lungo la strada che conduce all’ingresso, e in generale nei dintorni, è tutto un susseguirsi di bancarelle che vendono street food, uno dei migliori modi per assaggiare diversi tipi di cucina giapponese.

Ecco qualche immagine per avere l’idea.

Questi, all’ingresso del parco e bellissimi da fotografare, simili ad una installazione di arte contemporanea, sono invece contenitori giganti di Sakè, donati al Tempio dalle case produttrici.

Shibuya 

Sempre nel primo giorno, con la Metro, che ormai abbiamo imparato a padroneggiare alla grande, ci spostiamo a Shibuya, altro quartiere famosissimo di Tokyo, molto conosciuto per il famoso Shibuya Crossing, l’incrocio pedonale più trafficato al mondo.

In effetti, la vista di questo incrocio dal binario sopraelevato della metropolitana, oppure dalle finestre del famoso Starbucks posto al piano sopraelevato di uno dei palazzi che sovrastano l’incrocio, è davvero impressionante.

Quando scatta il verde dei semafori, una folla incredibile di gente, peraltro ordinatissima come solo in Giappone può capitare di vedere, si riversa in mezzo alla strada, con un’effetto ottico davvero suggestivo.

Si trova qui a Shibuya anche la famosa statua del cane Hachiko, la cui storia vera, del cane che ogni giorno si recava qui ad attendere il padrone per oltre dieci anni dopo la sua morte, è diventata trama del famoso film con Richard Gere.

A parte l’incrocio, a Shibuya si trova anche una zona, in parte pedonale, di negozi, ristoranti e locali sempre animati, di giorno e di notte.

Questa è la versione diurna. E questa è la versione by night, quando si accendono le mille luci della città.

L’esplorazione continua

Per il primo giorno ci riteniamo soddisfatti. Abbiamo esplorato, visitato, capito come funziona la metro, respirato l’aria di questa incredibile città, diversa e unica, modernissima e antica, piena di luci e colori, trafficatissima ma al tempo stesso ordinata, e soprattutto organizzata come mai ci era capitato di vedere prima. Non senza fatica, a causa delle nove ore di fuso di differenza, riusciamo ad arrivare alla mezzanotte per brindare all’anno nuovo (non proprio tutti, il folletto piccolo crolla sul tavolo intorno alle dieci), e ci prepariamo per un altro giorno di grandi scoperte. Vi è piaciuto esplorare Tokyo? Il racconto continua; se volete continuare a scoprire Tokyo con me cliccate qui