Fotografare in viaggio
Quando sono in viaggio io, più che fare scatti fotografici, rubo attimi.
I miei scatti di viaggio non sono mai programmati, sono rapidi e furtivi, incastrati qua e là tra centomila altre cose.
Poiché, generalmente, viaggio con tre figli, un marito, una borsa e parecchie altre cose in mano (“mamma, mi tieni un attimo il bicchiere di coca cola mezzo vuoto che non so dove metterlo? Ma non buttarlo via per carità che ce n’è ancora!”) fermarsi a studiare un’inquadratura è praticamente impossibile.
Quindi, ho la mia tattica.
Per prima cosa, mentre cammino, punto da lontano, senza dare nell’occhio, l’immagine che voglio fotografare; immagine che poi, quasi sempre, si presenta già i miei occhi nel modo giusto, perché si vede che, quando un paesaggio, o un particolare, mi colpiscono, istintivamente mi metto a guardarli nella posizione che preferisco.
Non so spiegarlo meglio; in pratica, “vedo” la foto così come vorrei che fosse.





Poi, creo un diversivo qualunque tipo “aspettate un attimo che è arrivato un messaggio, mi devo soffiare il naso” o qualunque altra brillante scusa mi possa venire in mente (a dire il vero il repertorio è limitato, non me ne vengono mai in mente di nuove, quindi non ci casca praticamente nessuno).
Infine, con fare rapido, estraggo l’iphone e scatto una, due, tre volte, cercando di restare immobile almeno per un istante (sì lo so, prima o poi me la compro una macchina fotografica seria, ma per ora mi piace così, anche perché l’Iphone è sempre nella mia borsa, o nella mia tasca, insomma a portata di mano).
Strategie
Ormai mi sono specializzata: ho scattato foto fermandomi ed estraendo la mano dal guanto mentre sciavo, per poi rimettere il guanto e raggiungere il resto del gruppo senza (quasi) perdere posizione; mentre attraversavo la strada di città assurdamente trafficate; dalla seggiovia tenendo con l’altra mano le racchette ed il guanto in bocca; e così via, in un crescendo di temerarietà (cercando di non pensare all’immagine del telefono che cade dall’impianto nella neve fresca).
A questo punto, generalmente, i folletti si accorgono della mia distrazione ed insorgono in un coro di proteste “mamma, basta, non se ne può più di te e delle tue cavolo di foto!”, cosa che non mi turba minimamente e non mi fa affatto desistere dai miei propositi.
Altre volte sono da sola, mentre guido la macchina, e “vedo la foto”, ma non mi posso fermare, perché scatta il semaforo, o perché, molto banalmente, non so dove mollare la macchina per scendere e scattare la foto; dove voglio fermarmi io non c’è mai il parcheggio e, ovviamente, dove trovo il parcheggio non c’è più la foto.
Anche qui, ormai ho capito, bastano pochi attimi; mollo la macchina dove posso, scendo, scatto, e risalgo come se niente fosse.
Ecco, sembra impossibile, ma questi sono gli scatti che mi riescono meglio.





Quelli rubati, senza poterci pensare su, senza avere il tempo di farmi venire dubbi; quelli che, soprattutto durante i viaggi, rappresentano l’unica occasione di scattare, perché nel viaggio si va avanti e non posso sapere se ripasserò mai di lì.
Cogliere l’attimo
Del resto, il senso della foto è quello di cogliere l’attimo; un secondo dopo non è più la stessa foto, cambia la luce, l’inquadratura, l’entusiasmo per lo scatto, insomma, cambia tutto.
Detto questo, ecco gli scatti di viaggio che mi sono venuti meglio, con la tattica sopra descritta; quelli, cioè, che ho pubblicato sul mio account Instagram @pennaaspillo, e sono stati selezionati e condivisi, come photo of the day, da bellissime Gallery, nelle quali ho avuto l’onore di imbattermi.
La cosa bella è che, rivedendo questi scatti, ricordo perfettamente nei minimi particolari la situazione ed il momento preciso in cui li ho fatti, e tutte le sensazioni che ho provato, a conferma del fatto che la fotografia fissa veramente nella mente istanti preziosi.
Sono i miei dieci migliori scatti di viaggio, (più uno) che non è di viaggio, perché è stato fatto a pochi metri da dove vivo, in un punto nel quale passo quasi ogni giorno, ma che potrebbe essere tranquillamente meta di viaggio per altri.
Uno
Le cascate di ghiaccio del Lagazuoi, ai piedi dell’Armentarola, in Alta Badia, fotografate durante una bellissima gita fatta con un gruppo di amici.


Due
Il Burj Khalifa di Dubai, uno dei miei grattacieli preferiti, nonché eletto grattacielo del secolo dai folletti (in quanto set di Mission Impossible); la foto è scattata dal basso, accanto all’ingresso dell’Armani Hotel.



Tre
L’incredibile scenario della Death Valley, precisamente Zabriskie Point, fotografato in inverno, durante il viaggio on the road nei Parchi Americani tra Califormia, Arizona e Nevada.



Quattro
Il laghetto alpino in cima alla salita della Rossutte, in Austria, fotografato in estate, al termine di una lunga escursione in salita lungo una delle più belle passeggiate di Seefeld in Tyrol.



Cinque
Londra, fotografata dal London Eye, durante la salita (per fortuna la ruota va lentissima).


Sei
Il Grand Canyon, fotografato dall’elicottero, nel momento in cui questo si stacca dal profilo del terreno e si “tuffa” all’interno del Canyon, verso il fiume Colorado: una delle emozioni di viaggio più intense tra quelle che io abbia mai provato.



Sette
Il Burj Khalifa a Dubai, o meglio la vista di quello che si vede dall’alto dell’Osservatorio, al 124 piano,


Otto
La Marmolada, fotografata durante il Giro dei Quattro Passi (Sellaronda), con rischio di congelamento della mano fuori dal guanto.


Nove
Manhattan, durante una delle infinite passeggiate su e giù per NYC, durante l’estate in cui abbiamo vissuto là per quasi due mesi.



Dieci
Il profilo delle Dolomiti, tra Colfosco e Selva di Val Gardena, prima di una discesa in neve fresca (non è che io sia sempre in montagna a sciare, è che si vede che gli scatti delle montagne piacciono particolarmente),



Più uno
E questa, infine è la foto scattata a Boccadasse, a Genova, dove vivo e dove passo tutti i giorni; ma la luce perfetta di quel giorno, non sono mai più riuscita a vederla.



Se ti ho incuriosito, e ti sono piaciute le foto, seguimi su Instagram sul mio account @pennaaspillo.