Ho sempre pensato che il viaggio incominci molto prima della partenza e finisca molto dopo il ritorno.
Del ritorno ho già scritto in un’altro post dal titolo Quel che resta del viaggio, che potete leggere cliccando sul link.
Ma anche la preparazione del viaggio non è da meno, perché contiene in sé l’attesa, che è pura emozione, e la programmazione, che è un modo per vivere il viaggio in maniera più consapevole.
Assodato quindi che la programmazione del viaggio è nelle mie corde, ecco gli strumenti che normalmente uso per pianificare, prima e durante.



To do list
Mi è sempre piaciuto programmare, ma prima di venire a vivere a Londra, non avevo idea di quanto questa passione fosse diffusa.
Ho trovato interi negozi dedicati a Journal e To do list di tutti i tipi; all’inizio ero sorpresa, poi ho capito quanto sia gratificante ed elettrizzante scrivere nero su bianco desideri, aspettative, obiettivi (o goals, come li chiamano qui), programmi, intenzioni.
Ho iniziato a tenere journal di scrittura, fotografia, gratitudine e, naturalmente, di viaggi.
E’ vero che il viaggio è anche improvvisazione, e che lasciarsi trasportare da ciò che accade durante il tragitto è parte integrante dell’esperienza; ma è anche vero che il tempo a disposizione (almeno per me) è limitato, e il fatto di viaggiare con i tre folletti mi impone un certo livello di programmazione, per ridurre al minimo i possibili inconvenienti (che comunque ci sono sempre).
La prima cosa che faccio prima di ogni viaggio è quella di comprare una To do list, o anche semplicemente un quaderno, sul quale annotare tutto quello che voglio fare e vedere, i posti per mangiare e per dormire, i negozi, gli spettacoli, i mercatini, i cibi da assaggiare, gli eventi, le mostre, e così via; in questo modo il viaggio è sin dall’inizio il mio viaggio, per così dire personalizzato.



Le mie App
Ho scoperto per caso, da sola, queste app di viaggio di TeNeues e non me ne sono più separata.
Ce n’è una per tutte le città più conosciute, io ho scaricato quelle di Parigi, Londra, New York, Rio de Janeiro, Amsterdam, Milano, Miami, Istanbul.
A parte la grafica accattivante, quel che mi piace di questa selezione di locali sta nel titolo, vale a dire Cool.
La suddivisione è per categoria, Hotel, Restaurant e Cafès, Bars Clubs Lounges, Shop & Showroom, Cool spots, Highlights, Art, Architecture.
Per alberghi e ristoranti è sempre indicata la fascia di prezzo e la tipologia (es. boutique, design, classic, luxury, business, etc.), a volte anche attraverso la combinazione di più caratteri, ma tutti i luoghi indicati sono accomunati dal fatto di essere Cool, quindi sempre particolari, originali, alla moda, frequentati, e speciali, per una ragione o per l’altra.
Una specie di sostituto del passaparola dell’amico che viaggia in continuazione e scopre sempre i locali più interessanti in tutti i posti in cui va.
Ed effettivamente, tutti i posti che ho provato personalmente (cerco sempre di cambiare) hanno risposto alle mie aspettative.
Unico problema, in alcune città, alcuni di questi posti (in particolare, nella categoria Bars, Clubs, Lounge) non sono facilmente accessibili, non si sa bene come fare ad avere la certezza di riuscire ad entrare senza essere degli habitué, ma vale comunque la pena tentare, dopo un po’ si incomincia a capire come funziona.



City Mapper, Google Maps
Dal momento che viaggio spesso nelle grandi città (e vivo a Londra), per me questo questo tipo di app è indispensabile.
Mi permette di raggiungere velocemente una destinazione, di capire quali sono i mezzi migliori per arrivarci, che spesso e volentieri sono i mezzi pubblici, invece che costosi taxi, e (fondamentale) quanto tempo ci vuole per arrivare da una parte e dall’altra.
A volte questo fa la differenza, perché permette di concentrare molte più cose nell’arco della giornata, o di incastrare appuntamenti sul posto, cosa altrimenti pressoché impossibile.
La mia favorita è Citymapper perchè è precisa e fornisce i tempi di spostamento previsti in tempo reale tenendo conto del traffico.



Le mie info di viaggio
Guide turistiche
Una buona guida di viaggio, ovviamente, è fondamentale e insostituibile, soprattutto nel durante.
Ho capito una cosa delle guide di viaggio, e cioè che sono totalmente soggettive; a parità di validità della guida, ognuno ha i propri gusti, preferenze, legami affettivi con una o con l’altra.
In linea di massima le Lonely Planet sono le mie preferite, anche se negli scaffali delle librerie di viaggio ho trovato, talvolta, delle guide incredibilmente belle che mi hanno rivelato posti che non avrei mai trovato da sola (l’ultima scoperta, per Londra, è stata la guida London Villages, con tutti i villaggi tuttora esistenti, ancorchè inglobati, nella metropoli).
Non saprei dire come le scelgo, a volte solo perché mi piacciono esteticamente.
Però devo riuscire a consultarle bene, le spiegazioni devono essere piuttosto dirette e far capire subito le caratteristiche di quello che sto cercando, e mi devono piacere le foto in copertina.
Quindi, la mia pianificazione avviene generalmente partendo dalla lettura della guida, con opportune sottolineature, se si tratta di un posto che non ho mai visto, o della consultazione rapida se ci sono già stata altre volte.
Un’altra cosa molto utile sono le guide a tema.
Tra le mie guide non ne può mancare una dedicata allo shopping, tipo questa: The Little Pink Book of shopping NY, Londra, Parigi, Astraea Editore.
E’ un piccolo libretto rosa suddiviso per città, e ogni città è divisa in quartieri (quelli in qualche modo significativi per lo shopping); per ogni quartiere sono indicati gli indirizzi dei negozi meno banali e più divertenti dove curiosare.




Blog di Viaggi
Naturalmente, una grande parte delle ricerche sulla preparazione del viaggio, per me, avviene attraverso la lettura dei blog di viaggi; il vantaggio dei Travel blog, rispetto alle guide, è quello della testimonianza diretta, della narrazione in prima persona, del piacere dello scoprire i posti più strani o divertenti attraverso il passaparola.
Bisogna leggerne tanti, perché ciascuno ha indicazioni diverse, che possono risultare più o meno in sintonia con il proprio tipo di viaggio, ma di solito, quando le segnalazioni di blog diversi coincidono tra loro, sono quelle giuste.
Alla fine quello tra guide e blog è un giusto mix, probabilmente l’una non avrebbe senso senza l’altro, e viceversa.


Travel diary
Questo strumento è per me indispensabile, perché per scrivere i post che pubblico sul blog devo per forza prendere appunti e, per esperienza, i post migliori sono quelli che nascono da appunti scritti di getto sul posto, perché racchiudono tutte le emozioni provate sul momento, che inevitabilmente dopo essere tornati a casa si attenuano un pochino.
E’ un po’ come mangiare lo speck nella baita di montagna, o portarlo via e mangiarselo nella cucina di casa; non ho mai capito perché, ma non ha lo stesso sapore.
Ma il vantaggio del diario di viaggio, scrittura a parte, è che, a volte, anche per chi non vuole scrivere resoconti, fissare le emozioni sulla carta e rileggerle a distanza di tempo è inebriante.
A volte basta una frase o un disegnino per far rivivere a distanza di tempo le sensazioni provate in quel momento davanti a un particolare spettacolo della natura o in una situazione insolita, di quelle che capitano viaggiando.
Anche se nei negozi di Londra i Travel Diary sono centinaia, per me l’unico ed insostituibile diario di viaggio è un quadernetto con la copertina verde comprato un giorno di tanti anni fa, che sostituisco ad ogni viaggio ricomprandone un altro identico.
In altre parole, il diario di viaggio è personale, è come l’agenda o il rossetto, ognuno deve scegliere quello che più gli si addice.



Le mie foto
Mi piacerebbe scrivere che ho una prestigiosa macchina fotografica che mi accompagna nei miei viaggi, ma non è vero.
Io fotografo con lo smartphone, per scelta, perché mi risulta più comodo ed immediato.
Quindi la mia attrezzatura è costituita semplicemente dal mio smartphone, con svariati cavi, batterie di riserva e adattatori, che semino in tutte le borse e valigie, in modo da averne sempre a portata di mano.




Romanzi sui posti che visiterò
Questo credo di averlo scritto altre volte, ma per me è fondamentale leggere prima o durante il viaggio un romanzo ambientato nel posto che visiterò.
Può essere ambientato in un’altra epoca (a volte ancora meglio) e di genere più vario, romanzo, spy story, giallo, ma deve descrivere i posti che visiterò io, perché crea un senso di familiarità che mi accompagna durante la mia esplorazione e mi fa sempre riflettere meglio su ciò che trovo.
A volte può funzionare anche guardare un film, ma il libro è meglio, perché lascia più spazio all’immaginazione personale dei luoghi (dipende molto da dove vado, ma generalmente il film mi toglie un po’ la sorpresa).
Questi sono i miei strumenti di viaggio, piuttosto semplici in verità; se ne avete altri da suggerirmi, mi raccomando, scrivetemeli nei commenti.